CASARANO CALCIO 1927

E' MORTO IL CAVALIERE FILOGRANA, I vostri pensieri

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casarano calcio 1927
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 22:52




Alle 21.00 circa di questa sera è morto Antonio Filograna. 86 anni, fondatore e presidente onorario del Gruppo Filanto, il presidente della mitica Virtus Casarano.

Cenni biografici sul Cav. Antonio Filograna
Antonio Filograna nasce il 2 giugno 1923 a Casarano, all'epoca grosso centro agricolo dal basso Salento, estrema propaggine della provincia di Lecce. Il padre, Edoardo, esercita il mestiere di cavamonti, allora molto diffuso nella zona e consistente nell'estrazione e lavorazione di conci per l'edilizia. Compongono poi la famiglia la madre, casalinga, due fratelli di cui uno gemello ed una sorella.

Da ragazzo alterna la frequenza scolastica con l'apprendistato presso un calzaturificio locale, dove prende "confidenza" col prodotto scarpa e con tutto ciò che gravita intorno ad esso. All'età di 17 anni, desideroso di ampliare le proprie cognizioni tecniche, emigra a Milano dove l'industria delle scarpe è presente con aziende di un certo rilievo, al pari del vicini polo di Vigevano. Presso alcune di queste industrie egli presta la propria opera come operaio specializzato, traendone grossi vantaggi in termini di esperienza sul prodotto e acquisizione di tecnologie industriali in generale.

Dopo qualche tempo Filograna rientra a Casarano con la convinzione di poter realizzare nel proprio paese una moderna industria calzaturiera, sul modello di quella lombarda. Certo, qui manca tutto per realizzare un simile progetto: dalle maestranze qualificate alle strutture esterne, dai capitali ai mercati di sbocco. Ma il giovane imprenditore non si perde d'animo e senza perdere tempo fonda la sua prima "azienda": un piccolo laboratorio artigianale in un monolocale, a conduzione esclusivamente familiare. Siamo nel 1948 e da questo momento in poi quella azienda crescerà incessantemente fino a diventare, ai giorni nostri, leader del settore in Europa.

Inizialmente il Sig. Filograna ricopriva tutte le funzioni aziendali, dalla progettazione alla produzione e alla vendita. Oggi egli si avvale dell'opera di 2000 dipendenti che, a diversi livelli, assicurano il buon funzionamento di tutti i processi aziendali. A questi se ne aggiungono diverse centinaia negli altri paesi in cui la Filanto ha recentemente allargato la propria base produttiva.

Filograna è stato ed è continuamente alla guida di questo grande complesso eccetto il periodo che va dal 13 Novembre 1980 fino la 17 Giugno 1981 durante il quale ha vissuto la terribile esperienza del sequestro, a scopo di riscatto, che avrebbe minato per sempre la sua personalità se non avesse avuto un carattere molto forte ed una incrollabile fede di rivedere la sua creatura, la fabbrica Filanto.

La sua carica di Presidente non deve far credere ad una figura solo rappresentativa ed onorifica. Al contrario, è un uomo attivissimo e si muove a tutto campo. Gira per le sue fabbriche scorgendo a "colpo sicuro" la pur minima anomalia, indice riunioni a getto continuo con i collaboratori, imbastisce relazioni d'affari da un capo all'altro del mondo. E trova il tempo di occuparsi di tutte le altre attività del gruppo, dalle strutture commerciali ai negozi, agli alberghi, ai servizi sociali.


A chi si complimenta con lui per l'opera realizzata enfatizzandone i meriti, egli afferma di considerarsi, prima di tutto, un buon calzolaio che ha sempre amato il proprio mestiere. E' questo amore, a suo dire, il principale fattore del suo successo. Chi lo conosce però gli attribuisce altre qualità: il coraggio innanzitutto, la tenacia, il gusto del rischio, l'intuito nella valutazione delle persone e degli affari. Il tutto sorretto sempre da una fede incrollabile.

Filograna ha anche un altro grande amore, quello per la propria terra a cui si sente legato indissolubilmente, da sempre. Aver contribuito così fattivamente al sostegno economico di questa zona è per lui motivo di immensa soddisfazione. Ma non si sente appagato: "siamo a metà dell'opera" continua a dire ai suoi collaboratori.

Tra i suoi numerosi impegni ha ricoperto, con soddisfazione della cittadinanza, la carica di assessore al Comune di Casarano ed è attualmente Presidente Onorario del CISI di Lecce che ha realizzato una interessante struttura per la promozione imprenditoriale nella Zona Industriale di Casarano.
Fa parte del Consiglio di Amministrazione del PASTIS-CNRSM di Brindisi, un importante ed avviato "Centro Nazionale per la Ricerca e lo Sviluppo dei Materiali".

Ha donato un "Centro Mobile di Rianimazione" all'Ospedale "Francesco ferrari" di Casarano e si è reso promotore della costituzione di un Comitato, di cui è stato Presidente, che ha donato una TAC sempre all'Ospedale di Casarano.
Nel 1997 è stato insignito del titolo di "Cavaliere del Lavoro".

Fonte: www.fondazionefilograna.it/filograna_p.htm



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Virtus Casarano

La Virtus Casarano venne fondata ufficialmente nel 1969 in seguito agli incidenti verificatisi a Lizzanello, con conseguente squalifica a tempo indeterminato di molti giocatori.
La società quindi rifondata, partendo dal campionato di Terza Categoria (l'allenatore fu Ciccio Chiarello), da quel momento, con il passare dei campionati si arrivò alla Serie D nel 1977.
Con il nuovo presidente Antonio Filograna, si riuscì, in sole tre stagioni, dal 1978 al 1981, partendo dal campionato di Promozione, a vincere prima il campionato di Serie D, e anche, dopo lo spareggio contro il Monopoli a Brindisi – gol di Cau - si giunse in Serie C1, nonostante il presidente Filograna fosse stato sequestrato per quasi otto mesi.
Lunga militanza in C1
Da allora per molti anni rimase nella Serie C1, vincendo la Coppa Italia Serie C il 23 giugno 1985 (con allenatori Ferretti - Placella), e sfiorando più volte la promozione in Serie B (nelle stagioni 1983-84 e 1990-91).
Nel 1993 la squadra retrocesse in C2 dopo lo spareggio con il Potenza sul campo neutro di Foggia, ma alla fine fu ripescata in Serie C1.
Negli anni a venire vestirono la maglia casaranese giocatori come Cosimo Francioso, Paolo Orlandoni, Dario Passoni e Fabrizio Miccoli, mentre l'allenatore fu Viscidi senza risultati di rilievo. Nel 1998 giunse la retrocessione in Serie C2, prodromo a un crollo che avrebbe spedito il Casarano addirittura in Promozione. Ricordiamo anche la presenza per molti anni del direttore sportivo Pantaleo Corvino.
 
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CAT_IMG Posted on 7/8/2011, 10:25




di Enzo SCHIAVANO
E' morto il cavaliere Antonio Filograna, una delle figure più importanti dell'economia meridionale. L'imprenditore, 88 anni, fondatore dell'industria calzaturiera "Filanto", si è spento ieri sera, intorno alle ore 21, nella sua villa di Casarano situata sulla collina della Madonna della Campana, alla periferia della città. Le condizioni di salute di Mesciu Ucciu (come veniva popolarmente chiamato), a causa di un male incurabile, erano precarie da alcuni anni, ma negli ultimi venti giorni si erano particolarmente aggravate. Ieri sera, infine, Mesciu Ucciu non ha avuto più la forza di resistere al male che dilaniava il suo organismo ed "è spirato serenamente", come ha commentato uno dei suoi dipendenti più fidati. La camera ardente sarà allestita nella chiesetta della Fondazione "E. Filograna". I funerali si svolgeranno lunedì o martedì.
Il via-vai di gente sulla collina, in particolare vicini alla famiglia e all'azienda, era cominciato intorno all'imbrunire. Le persone che casualmente si trovavano nei paraggi avevano capito subito che quella frenesia riguardava il cavaliere e la sua salute. In città tutti infatti sapevano che le sue condizioni erano gravi. Quando verso le 20.30 è arrivato il parroco si è capito che "Filanto" stava per abbandonare la vita terrena. Nel momento in cui è spirato l'imprenditore aveva accanto a sé il Antonio Filograna-Sergio, nipote ma figlio adottivo, da tempo designato erede del gruppo industriale, e la moglie Katia Gorga, che dirige la Fondazione "E. Filograna", un'altra delle intuizioni di Mesciu Ucciu.
Al capezzale dell'imprenditore c'era anche il dott. Pierpaolo Torsello, che lo ha seguito costantemente in questi mesi, e alcuni tra i più fidati collaboratori del "Gruppo Filanto", come il capo del personale Gigi Prete, il nipote Rocco Filograna, la direttrice della catena di negozi con il marchio dell'industria casaranese. Alle 23:30 è arrivato il fratello gemello di Mesciu Ucciu, Ubaldo Filograna, insieme alla moglie e alle figlie Maria Antonietta e Patrizia (già dirigenti del gruppo) e a Michele Zonno, che è stato per alcuni anni Direttore Generale del "Gruppo Filanto" nel delicato periodo della crisi del settore.
La notizia si è sparsa in un baleno per l'intera città. La gente, tanti cittadini, molti suoi ex dipendenti, diversi tifosi della locale squadra di calcio, che grazie a Filograna ha partecipato per anni ai campionati professionistici, hanno cominciato una specie di pellegrinaggio verso la collina della Madonna della Campana. La zona a parcheggio della piazzetta di fronte alla chiesetta (recentemente ristrutturata per ricordare il sindaco William Ingrosso, che proprio in quel punto subì l'incidente d'auto che lo portò alla morte) era completamente invasa dalle auto. La scena è bellissima e quasi commovente: i cittadini arrivano, si fermano come se volessero un'improvvisata veglia e si raccontano gli aneddoti e le storie che li hanno in qualche modo coinvolti con il grande imprenditore.
«E' morta la Storia di Casarano» ha affermato uno dei cittadini convenuti sulla collina. E non ha tutti i torti perché Antonio Filograna ha scritto una pagina importante non solo della città, ma dell'intero Meridione d'Italia. Egli, infatti, tra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso, riuscì a fondare e gestire una delle industrie più grandi del Sud d'Italia. Il calzaturificio Filanto, nel periodo della sua massima espansione, aveva 3.100 dipendenti e produceva circa 50.000 paia di scarpe al giorno creando fatturati di centinaia di miliardi di lire. Per diversi anni Filanto è stato il più grande calzaturificio d'Europa, una fabbrica con standard più asiatici che occidentali.
Ma il paragone riguardava solo la struttura perché il salario degli operai – e di questo Filograna ne è stato sempre orgoglioso – era sicuramente di livello europeo. Garantire salari decorosi a 3.000 famiglie e al resto del grande indotto significava ricchezza e benessere economico. Non è un caso che Casarano e i comuni del Capo di Leuca hanno cominciato a percepire che questo benessere stava svanendo in coincidenza della crisi che ha colpito il settore calzaturiero, cominciata intorno alla metà degli anni Novanta e tuttora in corso. Lui si rifiutava di pronunciare la parola "crisi", lo faceva solo quando era costretto. In quel termine vedeva il segno della sua sconfitta. Mandare a casa centinaia di operai, le "maestranze" come continuava a chiamarle, è stato sicuramente una delle decisioni più sofferte della sua vita da imprenditore. Non è del tutto sbagliato affermare che con la morte di Filograna tramonta definitivamente un sistema che è resistito finché è rimasto attivo nella sua amata fabbrica.


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CASARANO - Se n’è andato in silenzio, senza clamore, l’in - ventore della Filanto, il re della scarpa «made in Salento». Il commendatore Antonio Filograna è morto ieri sera intorno alle 19. La notizia ha subito fatto il giro della città provocando, come è ovvio, forte emozione. Filograna, infatti, è stato il protagonista assoluto della storia di Casarano negli ultimi cinquant’anni sia in campo economico che in quello sportivo ed amministrativo.

Da tempo il commendatore aveva lasciato le redini dell’azienda nelle mani del figlio adottivo e si era alquanto defilato anche se il suo carisma è rimasto presente fino alla fine. Nell’ultimo periodo le sue condizioni erano diventate critiche e lo hanno inevitabilmente portato all’epilogo di ieri sera.

Antonio Filograna era nato il 2 giugno del 1923 a Casarano ed a Casarano ha legato indissolubilmente la sua esistenza. Decisivo, agli inizi degli anni Cinquanta del secolo scorso il suo incontro con le scarpe. Ha cominciato vendendo scarpe nei mercati di paese ma ha subito capito che la sua missione era un’altra. E’ nata così la Filanto, diventata in poco tempo - alla fine dello scorso secolo - un impero con oltre 3000 dipendenti e 300 miliardi di vecchie lire di fatturato. Poi la crisi del calzaturiero e la diversificazione degli impegni ma la Filanto è rimasta il «marchio» stesso della sua esistenza.

Una esistenza caratterizzata da momenti esaltanti come quelli vissuti alla guida del Casarano calcio che ha portato a sfiorare la promozione in serie B, ed altri drammatici. Per otto mesi, infatti, da novembre 1980 a giugno 1981 ha vissuto la terribile esperienza del sequestro a scopo di riscatto. Ma a segnarlo ancora di più, probabilmente, è stata la tragica morte dell’allora sindaco William Ingrosso, medico personale del commendatore, travolto dalla sua stessa auto che aveva appena parcheggiato davanti alla casa di Filograna, che lo avava chiamato per una visita di controllo.

Negli ultimi anni Antonio Filograna, dopo aver lasciato tutte le cariche, ha svolto un ruolo di «affettuoso consigliere». La sua grinta ed il suo carisma, però non sono venuti mai meno. Ad una altra sua creatura, il commendatore è stato sempre legatissimo; la Fondazioni Filograna. Non sorprende, perciò, il fatto che la camera ardente verrà allestita proprio presso la sede della Fondazioni. Un desiderio, anzi un ordine, da lui stesso più volte ribadito. I funerali dovrebbero essere in programma domani, ovviamente a Casarano.
 
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